Il teatro che vorrei fare

Il teatro forse resta l’unica cosa pura in cui ci si possa ancora liberamente cimentare.
Posso scrivere un libro, puro, libero, semplice magari magnifico ma il suo successo non è dettato dal suo contenuto quanto da micidiali regole di mercato.
Posso immaginarmi un format televisivo innovativo, rivoluzionario, coerente ed avvincente, niente da fare decide il mercato.
Posso avere una buona parlantina, delle belle idee, posso essere un aggregatore, magari dietro il microfono di una radio a diffusione nazionale, niente da fare non rispetti i cliché del mercato.
Il teatro invece posso farlo ovunque, posso organizzarlo in maniera semplice, per strada, in un parco, non ho bisogno di nulla (o quasi).
Quando facevo cabaret per i ragazzi godevo nel vedere i loro sorrisi, il palco non è il mio habitat, io che generalmente sono associale, eppure una volta fatto il primo passo ti rendi conto di una cosa, che chi sta davanti è disposto ad ascoltare quello che hai da dire, devi essere consapevole fin da subito che magari non condividerà il tuo pensiero, devi accettarlo, in fondo non sei li per fare un corso o per insegnare qualcosa a qualcuno, sei li per dire semplicemente “io la penso cosi”.
Adoro il teatro di confronto, quello che prova lanciare degli argomenti, che si dedica ad affrontare temi di una certa importanza, adoro il teatro semplice quello ricco di contenuti e di idee, quello inzuppato di spunti, infestato di pulci nell’orecchio, quello che quando il sipario si chiude e ti alzi per andartene a casa ti accende il pensiero “ed io come la penso su questa cosa? perchè mi ha infastidito vedere una sfaccettatura diversa dalla mia? perchè ritengo che il mio punto di vista sia corretto e quello alternativo offerto dal commediante no?”, quello che la sera prima di dormire ti fa pensare “eppure…cosa c’è voluto? due sedie null’altro, il teatro alla fine è stato il pensiero del teatrante, il teatro alla fine è stato il mettere insieme una discussione su un argomento, il teatro alla fine è stato dire allo spettatore, ehi signore sta succedendo questo non è il caso di togliersi il paraocchi ed iniziare a fare qualcosa?”
Questo è il nuovo teatro che vorrei fare…

 

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